Rottamazione Quater 2023 – tutte le novità sulla pace fiscale

rottamazione quater

Indice

Rottamazione quater: è Pronto l’applicativo di Agenzia Entrate riscossione per presentare la domanda di adesione. Si potranno scegliere le singole cartelle, tra quelle ammesse al beneficio, che si vogliono definire.

Con la rottamazione quater si apre un nuovo condono per le cartelle esattoriali che permette di regolarizzare le proprie pendenze tributarie con il solo pagamento della quota capitale di debito.

Con la legge di bilancio 2023 è stata introdotta questa nuova forma di definizione agevolata delle cartelle. Un percorso volto e mirato alla pace fiscale.

Io sono Carlo Alberto Micheli, Avvocato e Dottore Commercialista. In questo video andremo a vedere insieme:

  • Quali sono le cartelle che rientrano nella definizione agevolata
  • Chi può aderire e a quali condizioni
  • Quali sono i vantaggi per le aziende
  • Procedura per eseguire la richiesta
  • Modalità di pagamento

Rottamazione quater: chi rientra nella definizione agevolata

Rientrano nella definizione agevolata le cartelle affidate all’Agente della riscossione (ex equitalia, adesso Agenzia delle Entrate Riscossione) dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Importante sapere che vi rientrano anche nel caso in cui siano stati già oggetto di altri meccanismi agevolativi, come ad esempio le precedenti rottamazioni, magari anche scadute o non versate.

Si può pagare in un’unica soluzione o in 18 rate le somme dovute a titolo di capitale, le spese per le procedure esecutive e i diritti di notifica, andando così a risparmiare interessi e sanzioni, interessi di mora e aggio.

Rientrano nella procedura di rottamazione i carichi tributari e contributivi (ires, irap, irpef e inps) del periodo sopra indicato, anche se non ancora stata notificata la cartella di pagamento. Importante è che questo debito sia arrivato in Ader, sia inserito nei c.d. ruoli. Rientrano in definizione anche le sanzioni relative a violazioni del codice della strada.

I debiti che invece rimangono esclusi dalla definizione agevolata sono:

  • l’Iva riscossa all’importazione
  • Le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato;
  • I crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti;
  • Le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
  • Le sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali.

Per verificare quali sono i carichi pendenti è importante munirsi di spid, cie o cns cosi da poter accedere al nostro cassetto fiscale. Al suo interno si troveranno i debiti ammessi alla tregua fiscale e si potranno selezionare per la definizione agevolata con la definizione delle modalità di pagamento.

Le tempistiche da rispettare

Vediamo quindi di capire quali siano le 3 tempistiche da rispettare:

30 Aprile 2023
Termine di presentazione della domanda dove si indicano quali cartelle vogliamo definire e il numero di rate. Nella stessa domanda si rinuncia anche ai giudizi pendenti e a nuovi giudizi su dette cartelle. Insomma, si accetta il debito così com’è, senza possibilità futura di ricorso.

30 giugno 2023
Agenzia ci dirà l’importo definito da pagare diviso per le rate scelte. Inoltre dovrà aver provveduto a stralciare autonomamente ruoli 2000/2015 inferiori a 1000, senza che vi sia alcun onere a carico del contribuente. Il cosiddetto stralcio delle mini cartelle

31 Luglio 2023
Pagamento dell’importo dovuto o della prima rata. E’ indubbio come la definizione agevolata rappresenta un’opportunità storica per le imprese. Un importante vantaggio fiscale da cogliere senza indugi.

Ricapitolando…

Quali cartelle posso rottamare:

  • Carichi tributari e contributivi
  • Violazioni codice della strada

Quali sono le somme dovute:

  • Tributi a titolo di capitale;
  • Spese legate alle procedure esecutive di riscossione già avviate;
  • Spese di notifica della cartella di pagamento.

Le somme non dovute invece riguardano:

  • Interessi;
  • Interessi di mora;
  • Sanzioni amministrative;
  • Somme aggiuntive dovute sui contributi o premi dovuti agli enti pubblici previdenziali;
  • Aggio dovuto all’agente della riscossione.

 Entro quando si potrà aderire:

Entro quando si dovrà pagare:

  • Al 31 luglio 2023, in un’unica soluzione o fino a un massimo di 18 rate (5 anni)

Se si opta per la rateizzazione le prime due rate saranno pari al 10% dell’intero importo ciascuna e scadranno il 31/7 e il 30/11 2023. Le rate successive – di pari importo – avranno invece scadenza rispettivamente il 28/2 – 31/5 – 31/7 e 30/11 di ciascun anno, a partire dal 2024.

In caso di rateazione il tasso di interesse è pari al 2% (molto conveniente, visto il momento storico è conveniente rateizzare)

Come si paga?

  • domiciliazione bancaria sul conto corrente del contribuente
  • Mediante l’utilizzo di moduli di pagamento precompilati messi a disposizione dall’agente della riscossione al momento dell’accettazione della domanda;
  • Attraverso il pagamento diretto recandosi presso gli sportelli dell’agente della riscossione.

Quali sono i vantaggi per le imprese?

  • Sospesi i termini di prescrizione e decadenza, ma anche i termini relativi ai pagamenti derivanti da precedenti dilazioni ancora in essere alla data di presentazione;
  • Bloccate le misure cautelari, come l’impossibilità di iscrizione di fermi amministrativi ed ipoteche, tranne quelli che risultano già iscritti alla data di presentazione;
  • Bloccate le eventuali procedure esecutive per la riscossione e non possono essere proseguite misure esecutive già avviate precedentemente, a meno che non si sia tenuto il primo incanto con esito positivo. Il pagamento della prima o unica rata delle somme determina l’estinzione delle procedure avviate.
  • il debitore non può essere considerato inadempiente ed ha la possibilità di vedersi rilasciare il DURC

Cosa succede se non pago?

In caso di mancato o insufficiente o tardivo versamento, in un termine superiore a 5 giorni, dell’unica rata ovvero di una rata del rateizzo la definizione agevolata perde i suoi effetti e si decade dal benficio. I pagamenti effettuati verranno considerati a titolo di acconto sull’importo complessivamente dovuto tornato nuovamente pieno.

Non è bello avere posizioni aperte con lo stato, io sono qui per aiutarti e trovare una via d’uscita.
Se vuoi maggiori informazioni, ti invito a compilare il form per contattarmi: puoi farlo cliccando qui

Avv. Carlo Alberto Micheli – Dott. commercialista

Se ti è piaciuto condividilo!

Per sapere di più su: "Rottamazione Quater 2023 – tutte le novità sulla pace fiscale"

Potrebbe interessarti anche...

Bonus carburante da 200 euro: la check list per l’utilizzo

Si amplia la platea dei lavoratori che possono beneficiare del bonus carburante previsto dal decreto Ucraina. Una modifica al disegno di legge per la conversione del D.L. n. 21/2022, introdotta durante l’esame in Commissione al Senato, estende l’utilizzo dei nuovi buoni benzina anche ai lavoratori dipendenti di soggetti che non sono aziende come, ad esempio, gli studi professionali o gli Enti del Terzo settore che svolgono esclusivamente attività non commerciale.

Si può ritenere, inoltre, che possano beneficiarne anche i lavoratori in smart working.

Criptovalute: Quali Sono i 5 Errori da Evitare?

Durante la mia quotidiana attività di consulenza fiscale, sono costantemente in contatto con possessori di criptovalute molto confusi e preoccupati, perché non riescono a capire come comportarsi con le loro monete virtuali in quanto, navigando sul web o parlando con “professionisti” del settore, ricevono informazioni superficiali, discordanti, incomplete o, peggio ancora, pericolosamente errate!

La verità è soltanto una…dobbiamo fare attenzione perché con le monete virtuali il fisco non scherza; vediamo quindi quali sono i 5 errori da evitare.

Decreto OAM ed operatori di criptovalute: come cambiano le cose?

A seguito della firma del cosiddetto Decreto OAM da parte del Ministro dell’Economia Daniele Franco, il settore italiano delle criptovalute è stato colpito da un’ondata di incertezza.
Il provvedimento, infatti, nonostante abbia come scopo quello di mettere ordine nell’attuale caos normativo, presenta diverse criticità che hanno messo in allarme sia operatori di criptovalute nazionali che esteri. In questo articolo vediamo perché e come cambiano le cose per il settore.

Che tipo di Controlli stanno facendo Guardia di Finanza & Agenzia delle Entrate?

Abbiamo già parlato di quali siano gli obblighi dichiarativi e gli errori che molti investitori stanno commettendo sottovalutando il fenomeno fiscale nell’ambito delle monete virtuali.

L’amministrazione finanziaria e la Guardia di Finanza hanno già iniziato un’attività di controllo con il fine di contrastare i fenomeni di riciclaggio, ossia il reimpiego di redditi non dichiarati in attività finanziarie.

Quali Sono gli ERRORI che stanno Commettendo Quasi Tutti i Possessori di CRIPTOVALUTE?

Una buona parte dei possessori di monete virtuali sottovaluta il fenomeno dichiarativo.
L’Italia è stato un paese pioniere nel recepimento della quarta e della quinta direttiva antiriciclaggio e nella definizione di valuta virtuale.
Poi, ha inserito delle norme atte a prendere i risultati ottenuti proprio in sede di antiriciclaggio per poterli utilizzare ai fini della determinazione del reddito.

Le criptovalute vanno dichiarate?

L’Agenzia delle Entrate si è già espressa innumerevoli volte così come anche la dottrina e la giurisprudenza; recentemente anche i controlli delle autorità fiscali, vertono in questa direzione.

Quindi si, le monete virtuali vanno dichiarate.