Qual è la miglior forma giuridica per pagare meno tasse?

Indice

Ditta individuale, snc, sas o srl? Qual è il modo per pagare meno tasse?!

Se almeno una volta ti sei chiesto questa domanda, ho un’ottima notizia per te: con questo secondo video e articolo della serie “Pianificazione Fiscale 3.0” andrò a sfatare qualche mito e ti darò il mio personale consiglio su quale forma giuridica scegliere.

Come ti anticipavo nel primo video e nel precedente articolo, la nostra Business Identity, è la forma giuridica con la quale posso ottenere maggiori vantaggi fiscali. Sì perché non esiste una forma giuridica migliore dell’altra ma bensì quella che è più idonea alla tua attività

Vediamole insieme. 

La ditta individuale

La forma più elementare di esercizio di un’attività aziendale e libero professionale è quella della ditta individuale. Se da un lato è quella più “semplice”, dall’altro è quella forma giuridica che ha meno capacità di pianificazione fiscale. 

Questo significa: 

  • poca pianificazione fiscale, 
  • impossibilità di separazione patrimoniale. 

In questa forma giuridica l’imprenditore e l’azienda sono la stessa cosa: se l’azienda contrae dei debiti, automaticamente perché questi debiti sono debiti dell’imprenditore non c’è nessuna separazione tra il patrimonio personale dell’imprenditore e l’azienda stessa.

Ma quali sono i vantaggi della ditta individuale? 

  • bassi costi amministrativi;
  • gestione semplice. 

Facciamo un esempio pratico: 

Se il mio reddito non è superiore a 85.000 euro e ho i requisiti per poter entrare nel regime forfettario sto nel forfettario e pago meno imposte. Qualora il mio reddito sia maggiore di 85.000 euro, a questo punto io devo fare una scelta. La ditta individuale è veramente poco conveniente perché a livello di pianificazione fiscale oltre a pochissimi Benefit, non posso fare niente.

Allora a questo punto dovrò scegliere tra o una società di persone o una società di capitali.  

Ti sei perso il video sul regime forfettario? Qui qui per sapere tutti i dettagli su questo regime agevolato. 

Società di persone e società di capitali – le differenze

Le società di persona sono: 

  • snc
  • sas

Quelle di capitali: 

  • srl
  • srls

La differenza fondamentale tra queste due tipologie di società è la responsabilità patrimoniale, cioè significa che che per i debiti della società nel caso della società di persone rispondono anche i soci mentre le società di capitali c’è una separazione; infatti si parla di autonomia patrimoniale tra il patrimonio dell’azienda e quello dell’imprenditore. 

L’unico “svantaggio” è che i costi amministrativi sono più alti. 

Società in accomandita semplice

Nella società di capitali esiste una via intermedia: la sas.

All’interno della SAS ci sono due tipologie di soci:

  • i soci accomandatari: quelli che rispondono illimitatamente come se fosse la ditta individuale
  • i soci accomandanti: cioè solo soci di capitali. 

Quindi potremmo dire che tra le società di persone coinvolgendo magari all’interno del nucleo societario anche il nucleo familiare noi potremo individuare in categorie di soci accomandanti delle persone che aiutano a spalmare i redditi all’interno di più persone e quindi a stare negli scaglioni IRPEF inferiori.

Come puoi vedere anche le società di persone ti danno più opportunità rispetto a una semplice ditta individuale. 

Quando gli utili non sono eccessivamente alti (quindi 70-80 mila euro) la SAS può essere un buono strumento. 

S.r.l., s.r.l.s. e s.n.c.

Tra le forme giuridiche che mi consentono di affrontare meglio il risparmio fiscale e la protezione patrimoniale io vedo la SAS per quanto riguarda le società di persone ed SRL per le società di capitali. 

A mio parere, escludo di default ma non a priori la SNC perché ci sono delle situazioni in cui ci sono due tre soci che sono totalmente alla pari e quindi è giusto che la forma giuridica sia la SNC.

Perché comunque le SNC, sono società che meritano molta attenzione dal punto di vista della fiducia tra i soci. Tutte le società di persone devono avere un vincolo fiduciario ma la SNC è un po’ più delicata la questione.

Escluderei allo stesso modo la S.R.L.S. perché sostanzialmente ha gli stessi costi di gestione e adempimenti della SRL. L’unica differenza che nella S.R.L.S. c’è uno statuto standard (molto elementare e scheletrico) e non si pagano le spese di costituzione dal notaio nel capitale sociale più basso. 

Inoltre, questo statuto essendo molto ristretto non ti consente quella manovra e quella libertà di azione di costruzione di uno statuto che ti fa ottenere maggiori vantaggi fiscali. 

Quindi se proprio vogliamo sfruttare la società di capitali la SRL ordinaria con uno statuto ad hoc predisposto e fatto su misura alla tua azienda e al tuo essere, sicuramente ti consente di ottenere maggiori vantaggi. 

Conclusioni

In base alle caratteristiche di tutte le forme giuridiche, la scelta e l’indirizzo della pianificazione fiscale (da vedere poi con i tuoi numeri) è sulla SAS o sulla SRL. 

Una volta quindi analizzati i tuoi numeri, i tuoi dati relativi alla situazione economico patrimoniale, il tuo utile e  fatturato, andrei ad applicare questi numeri alle simulazioni sulla SAS e nella SRL in modo da capire dove posso ottenere maggiori vantaggi. 

Come puoi vedere, la forma giuridica è come un abito su misura: misurata sulle tue esigenze, costruita ad hoc con una consulenza personalizzata. 

Vuoi abbattere il carico fiscale della tua impresa? scopri Codice Micheli, richiedi una consulenza gratuita e inizia il percorso di ottimizzazione fiscale per dare meno soldi al fisco ed averne di più nelle tue tasche.

Avv. Carlo Alberto Micheli

Se ti è piaciuto condividilo!

Per sapere di più su: "Qual è la miglior forma giuridica per pagare meno tasse?"

Potrebbe interessarti anche...

Bonus carburante da 200 euro: la check list per l’utilizzo

Si amplia la platea dei lavoratori che possono beneficiare del bonus carburante previsto dal decreto Ucraina. Una modifica al disegno di legge per la conversione del D.L. n. 21/2022, introdotta durante l’esame in Commissione al Senato, estende l’utilizzo dei nuovi buoni benzina anche ai lavoratori dipendenti di soggetti che non sono aziende come, ad esempio, gli studi professionali o gli Enti del Terzo settore che svolgono esclusivamente attività non commerciale.

Si può ritenere, inoltre, che possano beneficiarne anche i lavoratori in smart working.

Criptovalute: Quali Sono i 5 Errori da Evitare?

Durante la mia quotidiana attività di consulenza fiscale, sono costantemente in contatto con possessori di criptovalute molto confusi e preoccupati, perché non riescono a capire come comportarsi con le loro monete virtuali in quanto, navigando sul web o parlando con “professionisti” del settore, ricevono informazioni superficiali, discordanti, incomplete o, peggio ancora, pericolosamente errate!

La verità è soltanto una…dobbiamo fare attenzione perché con le monete virtuali il fisco non scherza; vediamo quindi quali sono i 5 errori da evitare.

Decreto OAM ed operatori di criptovalute: come cambiano le cose?

A seguito della firma del cosiddetto Decreto OAM da parte del Ministro dell’Economia Daniele Franco, il settore italiano delle criptovalute è stato colpito da un’ondata di incertezza.
Il provvedimento, infatti, nonostante abbia come scopo quello di mettere ordine nell’attuale caos normativo, presenta diverse criticità che hanno messo in allarme sia operatori di criptovalute nazionali che esteri. In questo articolo vediamo perché e come cambiano le cose per il settore.

Che tipo di Controlli stanno facendo Guardia di Finanza & Agenzia delle Entrate?

Abbiamo già parlato di quali siano gli obblighi dichiarativi e gli errori che molti investitori stanno commettendo sottovalutando il fenomeno fiscale nell’ambito delle monete virtuali.

L’amministrazione finanziaria e la Guardia di Finanza hanno già iniziato un’attività di controllo con il fine di contrastare i fenomeni di riciclaggio, ossia il reimpiego di redditi non dichiarati in attività finanziarie.

Quali Sono gli ERRORI che stanno Commettendo Quasi Tutti i Possessori di CRIPTOVALUTE?

Una buona parte dei possessori di monete virtuali sottovaluta il fenomeno dichiarativo.
L’Italia è stato un paese pioniere nel recepimento della quarta e della quinta direttiva antiriciclaggio e nella definizione di valuta virtuale.
Poi, ha inserito delle norme atte a prendere i risultati ottenuti proprio in sede di antiriciclaggio per poterli utilizzare ai fini della determinazione del reddito.

Le criptovalute vanno dichiarate?

L’Agenzia delle Entrate si è già espressa innumerevoli volte così come anche la dottrina e la giurisprudenza; recentemente anche i controlli delle autorità fiscali, vertono in questa direzione.

Quindi si, le monete virtuali vanno dichiarate.