Dichiarazione 2022 Criptovalute e Asset Digitali – Cose da Sapere e Pericoli da Evitare

Se detieni monete virtuali, criptovalute, nft e sei confuso o preoccupato per le questioni fiscali, leggi questo articolo, perché a breve migliaia di contribuenti saranno chiamati a render conto di quanto posseduto e guadagnato con le monete virtuali.

Indice

Cosa fare se detieni asset virtuali?

Se detieni monete virtuali, criptovalute, nft e sei confuso o preoccupato per tutto quello che senti dire in merito alle questioni fiscali, ho preparato per te questo articolo, perché a breve inizierà la stagione dichiarativa e migliaia di contribuenti saranno chiamati a render conto di quanto posseduto e guadagnato con le monete virtuali.

Il momento è adesso e sbagliare la dichiarazione dei redditi può comportare realmente delle sanzioni rilevanti, per non parlare del rischio di verifiche fiscali da parte di Guarda di Finanza ed Agenzia delle Entrate, ad oggi effettivamente iniziate.

Cosa devo conservare, come mi devo comportare, cosa devo dichiarare, quando devo pagare, etc. sono tutte questioni alle quali rispondo quotidianamente sia sui miei canali social, che sui canali dove vengo invitato per discutere di queste situazioni. 

Non ti fidare di chiunque, affidati ad esperti del settore

Nel frattempo, illusionisti fiscali, comunicatori e zelanti intrattenitori non hanno perso tempo e si sono messi all’opera per dar vita alle più fantasiose creazioni fiscali. Faccio una doverosa premessa: Io non sono certamente un “follower” dell’agenzia delle entrate e dei suoi interpelli, ma non ho neanche la faccia tosta di accendere la telecamera o avviare servizi di assistenza fiscale basati su teorie pseudo illusioniste che ammiccano all’evasione fiscale facendo correre l’investitore su una lama di coltello o ad una serie innumerevoli di illeciti amministrativi o addirittura penali. 

I numeri del progetto CryptoTax

Sono Carlo Alberto Micheli, Avvocato e Dott. Commercialista ed è dal lontano 2019 che parlo di quadro Rw, Rt per Bitcoin e Criptovalute.

Nel febbraio 2021 ho lanciato il mio progetto “CryptoTax” e il mio eBook Gratuito ‘’Bitcoin & Cripto – Aspetti Giuridici e Adempimenti Fiscali’’, che ha superato ormai i 30.000 download.

A proposito, se non l’hai ancora scaricato puoi farlo gratuitamente qui:

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La nostra esperienza

Nel corso degli ultimi 3 anni insieme al mio pool di Avvocati e Dottori Commercialisti altamente specializzati nella gestione fiscale di Cripto e Asset Digitali, abbiamo effettuato oltre 2.000 consulenze agli investitori, abbiamo inviato più di 1500 dichiarazioni RW e/o RT, difeso da verifiche fiscali chi possedeva criptovalute e la mia community conta ad oggi più di 1500 iscritti al percorso CryptoTax – Le Tue Monete Virtuali in Regola con il Fisco. E sono tutti felici di esserlo. Perché lo dico?

Perché è vero, e anche se a me non piace acclamare questi risultati, credo sia utile mettere a terra l’onestà intellettuale riconosciuta. 

Criptovalute e dichiarazioni: 3 cose a cui stare attenti

Allora perché continuare a sporcarsi le mani? Il mio posizionamento c’è, i risultati pure e abbiamo il 100% di clienti soddisfatti. La risposta è semplice: perché la mia indole innata di Avvocato contro le ingiustizie e contro chi inganna o si approfitta delle situazioni non mi permette di tacere.

In giro ci sono ancora diversi pericoli a cui devi stare molto attento, in particolare 3:

  1. Servizi di Consulenza che non forniscono ulteriore assistenza e non danno nessuna ‘’casa’’ o punto di riferimento al termine della loro consulenza così da portare l’investitore a pagare nuovamente e nuovamente, anche solo per ricevere rassicurazioni su aggiornamenti.

  2. Maestri innati del ‘’Fanta Fisco’’ che mettono in pericolo investitori con i loro consigli e le loro consulenze, millantando strategie da sogno proibito, ma nascondendo i pericolosissimi rischi personali (anche penali) che corre chi le mette in atto.

  3. Società di consulenza che approfittando della (presunta) difficoltà nell’ottenere i dati dai wallet e della normativa fumosa legata a questi asset, fanno credere che serva chissà quale ‘’Software di Intelligenza Superiore’’ per arrivare a compilare un quadro RT o RW, a volte preventivando prezzi FOLLI.

La verità? È tutto molto più semplice e lineare di quello che alcuni vogliono farti credere.

Ecco perché non posso fare altrimenti, quindi ho deciso di scrivere questo articolo per aiutare in maniera totalmente gratuita, chi vuole conoscere e capire a che punto si trova la situazione fiscale legata alle cripto ed a tutto il mondo degli asset digitali.

Successivamente potrai comunque approfondire i miei contenuti (sempre gratuitamente) all’interno del canale youtube, dove è presente una playlist dedicata al mondo cripto ed asset digitali.

Ma bando alle ciance e veniamo a noi:

Cosa devo sapere per avere le mie Criptovalute in regola con il fisco?

Voglio davvero semplificarti la vita e darti tre nozioni, coadiuvati da esempi che devono far parte integrante della tua gestione sicura delle monete virtuali. Sto parlando di “DETENZIONE”, “PRELIEVO” e “GIACENZA”.

Cercherò di non inondarti di riferimenti legali, articoli, commi etc. (questi potrai benissimo trovarli nell’eBook), perché prima di tutto voglio che tu capisca in maniera chiara e semplice i tuoi diritti e doveri così che tutto sia da subito tutto più semplice e protetto da polemiche e supposizioni infondate.

Insomma… Basta fake e basta approfittatori.

1. Partiamo dal primo concetto: La Detenzione di monete virtuali.

La detenzione di monete virtuali è fiscalmente rilevante. Ciò significa che se io ho acquistato, ovvero ricevuto in regalo, o mezzo air drop, oppure minato, oppure qualsivoglia forma con la quale io sia entrato in possesso di quantità di criptovalute (anche a mezzo staking), sono obbligato all’attività di monitoraggio fiscale ossia alla compilazione del quadro Rw.
Non importa quindi se le mie monete siano detenute in chiave privata o exchange italiano, defi o cefi.
Il semplice possesso di moneta virtuale (anche se per importi inferiori al controvalore di 15.000 €) mi obbliga alla presentazione del quadro RW in quanto trattasi di attività di natura estera.
In questa frase ho citato almeno 5 fonti normative e di prassi amministrativa, ma fidati non serve ricordarsi l’articolo, l’importante è capirsi.
In altre parole: Hai monete virtuali? Se rispondi si, sei obbligato al quadro RW senza se e senza ma.

Ma che cos’è il monitoraggio fiscale

Il monitoraggio fiscale è quell’attività con la quale il contribuente, seguendo gli schemi e le istruzioni predisposte annualmente dall’agenzia delle entrate, comunica al fisco il possesso di attività estere o attività di natura estera.
Si comunicano infatti i dati relativi al possesso di immobili all’estero, conti correnti, partecipazioni sociali, detenzione di monete virtuali. Attività che anche se non producono un reddito sono suscettibili di poterlo produrre.
Significa che non importa se la mia attività estera mi ha dato un reddito per dichiararla. Io sono in ogni caso obbligato a comunicarla indipendentemente dal fatto che mi abbia o meno prodotto ricchezza.
Il fisco vuole conoscere queste informazioni e non darle costituisce un illecito civile o penale a seconda della gravità del fatto.
Dichiarare il possesso di monete virtuali non è un’opzione dettata dalla convenienza. Non posso scegliere se dichiararle o meno. Sono obbligato dalla legge a farlo.

Quando il possesso di monete virtuali non mi obbliga al quadro RW?

Non sei obbligato se stiamo parlando di importi irrisori, a titolo esemplificativo, 100-300 euro, ma attenzione… sappiamo tutti cosa è successo chi possedeva 300 euro di shiba 2 anni fa… Prevenire è meglio che curare.

Non sei obbligato neppure qualora le tue monete siano affidate ad un trust o ad un amministratore. In questo caso saranno loro obbligati per tuo conto. Attenzione però, il trust deve essere residente in italia, altrimenti le regole non valgono

2. Che cosa si intende per “PRELIEVO”

Il prelievo non è sempre fiscalmente rilevante, ma soggetto a condizione. Si tassa il prelievo dal wallet a condizione di aver superato nel periodo di imposta una certa franchigia (trattasi appunto della giacenza di cui ti parlerò a breve).

Al di sotto di questa franchigia sostanzialmente è tutto fiscalmente irrilevante (tra tutte questa forse è la nozione più controversa).

Esiste una interpretazione molto estensiva (vorrebbe cioè farci rientrare ogni cosa, forzando a mio avviso l’art. 67 tuir) fatta dall’agenzia delle entrate nell’interpello 788/2021, che sostanzialmente ravvede il prelievo anche in semplici scambi di Cripto con altre Cripto, oltre che al prelievo inteso come “togliere soldi dal wallet per monetizzarteli sul tuo conto corrente” (a mio avviso questo dovrebbe essere il prelievo, e di questo ne argomento tanto sui miei video youtube).

Il mio consiglio, quale strategia fiscale, in ogni caso è di non lasciare valuta fiat negli exchange e operare sempre a mezzo stable coin. In fiat si torna quando si vuol fare cash out.

La realtà sottesa alle criptovalute è comunque molto complessa e non è sempre agevole assimilarla ai tradizionali paradigmi legali.

Ci provo lo stesso e ti dico in quali casi possiamo considerare un’attività un prelievo dal wallet, ossia attività soggetta a tassazione (sempre se opero sopra franchigia):

  • Prelievo di valuta fiat dall’exchange. (vendo una mia cripto per euro e me li riporto sul mio conto corrente)
  • Utilizzo la carta di debito collegata all’exchange (esempio uso la carta binance per l’acquisto di beni o servizi). A tutti gli effetti è un prelievo perché realizzo una utilità, incremento la mia capacità contributiva, aumento il mio potere d’acquisto. Attenzione anche se non converto e pago in cripto (la conversione la fanno altri per noi, fiscalmente questa avviene eccome).
  • Invio monete virtuali fuori dal mio wallet ad un destinatario terzo. Se sposto cripto da un mio wallet all’altro non c’è prelievo perché è come se facessi un giroconto, ma se li sposto dal mio a quello di mia moglie o ad un amico o ad una società che le impiegherà in altre attività, magari dandoti anche rewards, in quel caso è un prelievo a tutti gli effetti e di conseguenza fiscalmente rilevante.
  • Rimborso del prestito di cripto che avviene mediante esborso del collaterale. Se tu hai preso a prestito garantendo un collaterale in bitcoin o altro nel momento in cui ottieni il prestito non hai nessun effetto fiscale, ma laddove tu iniziassi a rimborsarlo col garantito, questo garantito a tutti gli effetti esce dalla tua disponibilità ed ecco che si configura un prelievo.
  • Acquisto di un NFT, essendo un bene digitale io effettuo un vero e proprio acquisto. Riguardo a questi è ancora controversa la questione se debbano o meno essere indicati in Rw, a parere di chi scrive no. Ho in ogni caso fatto un video dedicato all’inquadramento fiscale degli nft, ti invito a vederlo a questo link:
Guarda video dedicato all’inquadramento fiscale degli NFT

Potrei fare altri esempi, ma capiamo il concetto: Il prelievo dal wallet avviene quando le cripto escono dalla mia disponibilità e non sono più di mia proprietà. Ogni volta che si verifica questa condizione si ha il prelievo fiscalmente rilevante.

Il prelievo così come inteso, è assimilato dalla legge a “cessione a titolo oneroso” e quindi assoggettato ad imposta sostitutiva del 26%. Imposta da liquidare in dichiarazione dei redditi nell’apposito quadro RT predisposto dall’agenzia delle entrate.

N.B. il prelievo non è fiscalmente rilevante sempre, ma soggetto a condizione. E adesso introduciamo la terza definizione.

3. Che cosa si intende per “Giacenza Fiscale”, come si calcola?

L’art. 67 del TUIR al comma 1-ter (quello indicato dall’agenzia delle entrate per le monete virtuali) scrive:

“Le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di
valute estere rivenienti da depositi e conti correnti concorrono a
formare il reddito a condizione che nel periodo d’imposta la giacenza
dei depositi e conti correnti complessivamente intrattenuti dal
contribuente, calcolata secondo il cambio vigente all’inizio del
periodo di riferimento sia superiore a cento milioni di lire per
almeno sette giorni lavorativi continui.”

Pertanto, le cessioni a pronti di valuta virtuale non danno origine a redditi imponibili mancando la finalità speculativa salvo generare un reddito diverso qualora la valuta ceduta derivi da prelievi da portafogli elettronici, per i quali la giacenza media superi un controvalore di euro 51.645,69 per almeno sette giorni lavorativi continui nel periodo di imposta, calcolati al tasso di cambi al 1 gennaio del periodo di riferimento.

Provo con un esempio a chiarire meglio:

Se io, 19 febbraio, detengo 2 bitcoin, che al valore di oggi sono circa 70.000 euro, sono sopra o sotto giacenza?

La risposta non può essere data con immediatezza, in quanto a norma dell’articolo citato la variazione giornaliera non è rilevante. Occorrerà quindi verificare a quanto ammontava il valore del bitcoin al primo gennaio 2022.

Posto che si debba verificare detto valore sui prezzi listati ove detengo le monete virtuali, o in alternativa sui principali listini maggiormente rappresentatiti (coinmarketcap, investing, etc…) con la mia ricerca individuo il valore del bitcoin al primo gennaio 2022 pari a 42.000 euro.

Qualora il prezzo di un Bitcoin dovesse scendere a 20.000 €, con conseguente mio portafoglio a 40.000 io sarò sempre sopra giacenza, in quanto la variazione giornaliera non conta, quindi i miei prelievi saranno assoggettati ad imposta sostitutiva del 26%.

42.000 € x 2 btc = 84.000 €, di conseguenza sono sopra giacenza.

Vale anche il contrario però. Se il valore dei due Bitcoin al primo gennaio fosse stato sotto giacenza ed in corso d’anno si sia verificato un forte incremento, la mia vendita e monetizzazione non sarebbe stata oggetto di tassazione.

Esempio:

Ho due btc, acquistati al prezzo di 10.000 € l’uno nel 2020 che all’1/1/2022 valgono 20.000 € cadauno.

Al 30/09/2022 il valore raggiunge 50.000 € cadauno

Decido di vendere realizzando una plusvalenza di 80.000 € (100.000-20.000). La plusvalenza non è soggetta a tassazione.

Cosa devo fare per calcolare la giacenza fiscale

Al di là dell’utilizzo di software appositi (vedi mia opinione scritta sopra su chi cavalca questa necessità ingigantendone a dismisura il bisogno), in realtà l’operazione algebrica è abbastanza semplice:

In un file excel metterò la quantità di monete possedute con il valore che queste avevano all’1/1 o in alternativa al giorno in cui sono state listate e di conseguenza la somma finale corrisponderà alla mia giacenza fiscale.

Tale somma è statica, non cambia in corso d’anno.

Cambia soltanto se procedo all’acquisto di nuove monete, le quali contribuiranno ad aumentare la giacenza fiscale per l’importo determinato tra il loro valore al primo gennaio e la quantità acquisita.

Quindi pago soltanto se sono sopra giacenza?

In realtà tutto quanto abbiamo detto riguardo al fiscalmente rilevante riguardano le ipotesi di cessione a pronti. Valuta contro altra valuta.

Quando si sia in presenza di cessione a termine, contratti differenziali, cripto detenute presso broker, invio di soldi a piattaforme di arbitraggio e situazioni in ogni caso diverse dalla cessione a pronti troverà applicazione l’imposta sostitutiva a prescindere dalla giacenza dei 51K

Cosa fare adesso?

Come vedi ci sono aspetti che è necessario conoscere e situazioni da cui è bene tenersi alla larga.

Nonostante la disciplina sia ancora molto fumosa, insieme al mio pool di professionisti abbiamo deciso di tenere una linea di condotta molto semplice, trasparente ed estremamente efficace:

Far pagare all’investitore le tasse sulle plusvalenze solo se strettamente necessario offrendogli strategie per effettuare i suoi cash out in sicurezza e contestualmente guidarlo attraverso un corretto monitoraggio ed una ineccepibile conservazione dei documenti necessari, in grado di costruire da subito una linea difensiva con solide argomentazioni giuridiche da poter utilizzare in caso di richiesta di accertamento da parte della Guardia di Finanza o Agenzie delle Entrate.

Come lo facciamo?

Attraverso il mio progetto CryptoTax, che tra le possibilità dedicate a privati ed aziende in ambito Cripto ed Asset Digitali, comprende anche un servizio di consulenza strategica per il tuo caso specifico con successiva compilazione ed invio del quadro RW e/o RT (se vorrai affidarlo a noi).

Qui sotto trovi i link per approfondire l’argomento e il progetto CryptoTax:

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:

Approfondisci l’Argomento
e Accedi alla mia Crypto Playlist sul mio Canale Youtube

A presto!

Carlo Alberto.

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Per sapere di più su: "Dichiarazione 2022 Criptovalute e Asset Digitali – Cose da Sapere e Pericoli da Evitare"

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